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Le rane che temono le lotte dei tori

    Le rane che temono le lotte dei tori

    C’era una volta una piccola comunità di rane che viveva felice in una grande palude. Le rane erano molto timide e avevano paura di molte cose, ma soprattutto temevano le lotte dei tori che spesso si combattevano nella vicina prateria.

    Un giorno, mentre le rane osservavano i tori che si combattevano all’orizzonte, una di loro disse con tristezza: “Ah, quante perdite ci attendono!”. Un’altra rana, incuriosita, chiese il motivo di quella preoccupazione.

    La prima rana spiegò che i tori erano creature molto grandi e potenti, e che le lotte che si combattevano nella prateria avrebbero potuto causare danni anche nella loro palude. Anche se i tori vivevano lontani, la loro furia poteva portarli fin dentro la loro casa e calpestarli con i loro pesanti zoccoli.

    Versione Originale

    Ranae metuentes taurorum praelia

    Humiles laborant ubi potentes dissident.

    Rana in palude pugnam taurorum intuens:
    «Heu quanta nobis instat pernicies!» ait.
    Interrogata ab alia cur hoc diceret,
    de principatu cum illi certarent gregis
    longeque ab ipsis degerent vitam boves:
    «Est statio separata ac diversum genus;
    expulsos regno nemoris qui profugerit,
    paludis in secreta veniet latibula
    et proculcatas obteret duro pede.
    Ita caput ad nostrum furor illorum pertinet».

    Traduzione Letterale in italiano

    Le rane che temono le lotte dei tori

    I deboli soffrono quando i potenti litigano.

    Una rana guardando una lotta tra tori nella palude disse:
    “Ah, quante perdite ci attendono!”.
    Interrogata da un’altra (rana) (sul) perché avesse detto ciò,
    mentre quelli (i tori) si contendevano il dominio del gregge
    e per giunta i bovini vivevano lontani da loro, (disse):
    “è una sede separata e una specie diversa;
    chi fugge dal regno del bosco
    viene a nascondersi nei recessi della palude
    e calpesterà noi con il (suo) pesante piede.
    Così la loro furia ci riguarda (riguarda la testa dei nostri)”.

    Morale della favola

    Questa favola ci insegna che, in molte situazioni nella vita, i deboli possono essere vittime innocenti dei conflitti tra i potenti. È importante prestare attenzione ai segnali di pericolo e cercare di evitare le situazioni rischiose, ma a volte non possiamo fare altro che subire le conseguenze delle azioni altrui. In questi casi, dobbiamo trovare il coraggio di affrontare le difficoltà e superarle con determinazione e resilienza.

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