C’era una volta un cane che si trovava in grande difficoltà: era in travaglio e non riusciva a partorire il suo cucciolo. La cagnolina cercò aiuto tra gli altri cani del vicinato, ma nessuno sembrava voler darle una mano.
Finalmente, incontrò un’altra cagnolina che sembrava molto gentile. La cagnolina in travaglio chiese all’altra di poter usare la sua tana per dare alla luce il cucciolo, ma l’altra cagnolina rispose che il suo spazio era già occupato dai suoi cuccioli.
La cagnolina in travaglio supplicò la cagnolina amica, dicendo che aveva bisogno solo di un po’ di tempo per dare alla luce il suo cucciolo, e che poi avrebbe lasciato la tana. L’amica cagnolina acconsentì, ma quando il tempo passò, la cagnolina in travaglio chiese ancora un po’ di tempo, dicendo che il suo cucciolo era debole e che aveva bisogno di cure speciali.
L’amica cagnolina cominciò a sospettare che la cagnolina in travaglio non fosse sincera, e che volesse prendere il suo posto nella tana. Così cominciò a reclamare il posto più fortemente, dicendo che se la cagnolina in travaglio fosse stata in grado di avere tanti cuccioli quanti ne aveva lei, allora avrebbe lasciato il posto.
Versione Originale
Canis parturiens
Habent insidias hominis blanditiae mali:
quas ut vitemus versus subiecti monent.
Canis parturiens cum rogasset alteram,
ut fetum in eius tugurio deponeret,
facile impetravit: dein reposcenti locum
preces admovit, tempus exorans breve,
dum firmiores catulos posset ducere.
Hoc quoque consumpto flagitare validius
cubile coepit. «Si mihi et turbae meae
par» inquit «esse potueris, cedam loco».
Traduzione Letterale in italiano
Il cane in travaglio
Le lusinghe dei malvagi hanno insidie:
i versi seguenti ci esortano ad evitarle.
Un cane (una cagna) in travaglio chiese ad un’altra
di lasciare il cucciolo nella sua tana,
ottenne facilmente il permesso: successivamente, supplicò insistendo nel reclamare il posto, implorando tempo
per poter portare via cuccioli più forti.
Dopo aver consumato anche questo tempo
(l’altra) cominciò a reclamare più fortemente la tana
“Se potrai essere pari a me e alla mia moltitudine (di cuccioli)”
rispose “lascerò il posto”.
Morale della favola
Questa favola mostra come le persone malvagie possono essere manipolative e come sfruttano la generosità degli altri per i propri scopi. Ci insegna, quindi, a diffidare di coloro che chiedono troppo e a non essere troppo generosi con loro.