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Esopo e il petulante

    Esopo e il petulante

    C’era una volta un petulante che viveva in un piccolo villaggio. Questo giovane arrogante era sempre alla ricerca di occasioni per dimostrare la sua superiorità agli altri. Un giorno, mentre camminava per le strade del villaggio, notò Esopo, un saggio uomo di talento e saggezza.

    Senza alcun motivo apparente, il petulante decise di lanciare una pietra verso Esopo. Fortunatamente, il sasso mancò il suo obiettivo, cadendo a pochi passi da lui. L’arrogante, stupito dalla sua abilità nel lancio, si avvicinò ad Esopo e disse: “Che bel colpo! Sei fortunato a non essere stato colpito. Per dimostrarti il mio apprezzamento, ti darò una moneta”.

    Esopo, con un sorriso gentile, ringraziò il petulante per la moneta, ma gli disse: “Giovane amico, ricorda che l’arroganza e la crudeltà possono portare solo alla rovina. La vera grandezza risiede nella saggezza e nel rispetto verso gli altri”.

    Nonostante le parole di Esopo, il petulante decise di seguire il consiglio dell’arrogante e cercò un uomo potente e ricco nel regno. Pensando di ottenere una ricompensa ancora più grande, decise di lanciargli una pietra allo stesso modo in cui aveva fatto con Esopo.

    Purtroppo per il petulante, le cose non andarono come previsto. L’uomo potente era circondato da guardie che subito catturarono il giovane arrogante. Il petulante fu condotto davanti al re, che decise di infliggergli una punizione esemplare per la sua audacia.

    Così, il petulante fu costretto a scontare le sue pene con la croce. La sua arroganza e mancanza di rispetto gli avevano causato grandi guai. Durante il periodo di punizione, il giovane arrogante imparò l’importanza dell’umiltà e della riflessione sulle proprie azioni.

    Quando finalmente scontò tutte le sue pene, il petulante tornò nel villaggio umile e riflessivo. Comprese finalmente che il successo ottenuto attraverso l’arroganza e la crudeltà porta solo alla rovina e alla solitudine. Da quel giorno in poi, cercò di riscattarsi attraverso azioni gentili e di aiuto verso gli altri.

    E così, il petulante divenne una persona migliore, capace di apprezzare la saggezza e il rispetto verso gli altri. La sua esperienza gli aveva insegnato una lezione preziosa: il successo non può essere ottenuto attraverso la prepotenza, ma solo attraverso l’umiltà e il rispetto verso gli altri.

    Versione Originale

    Aesopus et petulans

    Successus ad perniciem multos devocat.

    Aesopo quidam petulans lapidem impegerat.
    «Tanto» inquit «melior!» Assem deinde illi dedit,
    sic prosecutus: «Plus non habeo mehercules,
    sed, unde accipere possis, monstrabo tibi.
    Venit ecce dives et potens: huic similiter
    impinge lapidem et dignum accipies praemium».

    Persuasus ille fecit quod monitus fuit;
    sed spes fefellit impudentem audaciam:
    comprensus namque poenas persolvit cruce.

    Traduzione Letterale in italiano

    Esopo e il petulante

    Il successo conduce molti alla rovina.

    Un giorno un petulante lanciò una pietra ad Esopo.
    “E’ così bello!” disse. Poi gli diede una moneta
    e continuò: “Per Ercole, non ho altro,
    ma ti mostrerò dove puoi prenderne di più.
    Ecco un ricco e potente: lanciagli similmente una pietra
    e otterrai un premio degno di te”.

    Il petulante seguì il consiglio;
    ma la speranza ingannò l’impudente audacia:
    infatti, catturato, scontò le pene con la croce.

    Morale della favola

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