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Due muli e i banditi

    Due muli e i banditi

    C’erano una volta due muli che si trovavano in una lunga strada. Uno dei muli trasportava bauli pieni di denaro, mentre l’altro trasportava sacchi gonfi di biada profumata. Il primo mulo, orgoglioso del suo carico prezioso, camminava con la testa alta e il collo eretto, facendo risuonare un tintinnio melodioso.

    Il secondo mulo, invece, seguiva tranquillo e con passo pacato, senza fare troppo rumore. Entrambi continuavano il loro cammino senza preoccupazioni, ignari del pericolo che si celava tra le ombre.

    Improvvisamente, dei banditi si avventarono dalle imboscate, cercando di impadronirsi dei carichi dei muli. Nel caos e nella violenza, i banditi ferirono il primo mulo e saccheggiarono tutto il denaro che trasportava, trascurando invece la biada di poco valore.

    Così, il primo mulo, privato delle sue preziose ricchezze, si lamentò amaramente: “Oh, come sono sfortunato! Ho perso tutto il mio tesoro e sono stato ferito dalle grinfie dei banditi!”

    L’altro mulo, invece, rimase calmo e sereno nonostante l’accaduto. Con saggezza, disse: “Io, invece, mi compiaccio di essere stato disprezzato dai banditi. Non ho perso nulla di valore e non sono stato ferito. Sono ancora intero e in buona salute”.

    Da questa storia comprendiamo che la povertà degli uomini è sicura, mentre le grandi ricchezze sono esposte ai pericoli. Il primo mulo, con il suo orgoglio e la sua ricchezza, ha attirato l’attenzione dei banditi, subendo una grande perdita. Il secondo mulo, invece, grazie alla sua modestia e alla mancanza di pretese, ha evitato di incorrere in tali pericoli.

    Versione Originale

    Muli duo et vectores

    Muli gravati sarcinis ibant duo:
    unus ferebat fiscos cum pecunia,
    alter tumentes multo saccos hordeo.

    Ille onere dives celsa cervice eminens
    clarumque collo iactans tintinnabulum,
    comes quieto sequitur et placido gradu.

    Subito latrones ex insidiis advolant
    interque caedem ferro mulum sauciant,
    diripiunt nummos, neglegunt vile hordeum.

    Spoliatus igitur casus cum fleret suos:
    «Equidem» inquit alter «me contemptum gaudeo;
    nam nil amisi nec sum laesus vulnere».

    Hoc argumento tuta est hominum tenuitas;
    magnae periclo sunt opes obnoxiae.

    Traduzione Letterale in italiano

    Due muli e i banditi

    Due muli, carichi di fardelli, stavano procedendo:
    uno portava bauli pieni di denaro,
    l’altro sacchi gonfi di molta biada.

    Quello, ricco per il carico, con la testa alta
    e il collo elevato, facendo risuonare un tintinnio (di monete),
    il compagno segue tranquillo e con passo pacato.

    Improvvisamente i banditi si avventano dalle imboscate
    e, tra la violenza, feriscono il mulo,
    saccheggiano i soldi e trascurano la biada di poco valore.

    Così, privato delle sue cose, si lamenta:
    “Io” dice l’altro “mi compiaccio di essere stato disprezzato,
    perché non ho perso nulla e non sono stato ferito”.

    Con questo argomento (comprendiamo che) la povertà degli uomini è sicura;
    le grandi ricchezze sono esposte ai pericoli.

    Morale della favola

    La lezione che possiamo trarre da questa favola è che la vera ricchezza non risiede solo nei beni materiali, ma nella saggezza e nella modestia. È meglio essere contenti con ciò che si ha e vivere una vita tranquilla piuttosto che essere avidi e attirare su di sé pericoli e difficoltà.

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