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L'asino e il vecchio pastore

C’era una volta un vecchio che camminava con il suo asino. All’improvviso sente i suoi nemici avvicinarsi e, spaventato, consiglia all’asino di scappare.

La Favola del Pastore e dell' Asino

L’asino, allora, tranquillamente gli chiede “i tuoi nemici potranno mai caricarmi più pesi di quanti già tu mi costringi a portare?”. Il vecchio padrone gli rispose di no, allora l’asino gli disse “E allora perché dovrei preoccuparmi di chi sia il mio padrone se il lavoro che sono costretto a fare è smpre lo stesso?”.

Asino e Pastore Favole

Versione Originale

Asinus ad senem pastorem

In principatu commutando civium nil praeter domini nomen mutant pauperes. Id esse verum, parva haec fabella indicat.

Asellum in prato timidus pascebat senex. Is hostium clamore subito territus suadebat asino fugere, ne possent capi.

At ille lentus ‘Quaeso, num binas mihi clitellas impositurum victorem putas?’ Senex negavit. “Ergo, quid refert mea cui serviam, clitellas dum portem unicas?’

Traduzione Letterale in italiano

L’asino nei confronti del vecchio pastore

Nel mutare forma di governo, molto spesso i poveri non cambiano nulla tranne il nome del padrone. Che sia vero lo indica questa piccola favoletta.

Un vecchio timoroso conduceva un asinello al pascolo in un prato. Egli atterrito dall’improvviso frastuono dei nemici, esortava l’asino a fuggire per non permettergli di prenderlo.

Ma quello, curvato: «(Ti) domando, forse credi che il vincitore mi metterà addosso due some?». Il vecchio rispose di no. «Allora, cosa mi importa chi servirò, finché porto una sola soma?».

Morale della favola

La povertà non è sempre un male e a volte può tornare di grande vantaggio in quanto fornisce uno scampo sicuro in certe situazioni.