Vai al contenuto

La volpe e la cicogna

C’erano una volta, molto molto tempo fa, una volpe e una cicogna. I due animali non erano in buoni rapporti e un giorno la volpe decise di prendersi gioco della cicogna.

La invitò a casa sua per un pranzo e le servì un buonissimo piatto di brodo. La cicogna, però, con il suo lungo becco, non riusciva a prendere neppure un sorso dal piatto e rimase praticamente digiuna.

Volpe Fedro

La cicogna, allora, decise di ricambiare l’invito e offrì alla volpe il pranzo all’interno di una bottiglia. Lo fece perché sapeva bene che la volpe non aveva il becco lungo e, quindi, non poteva prendere il cibo nella bottiglia. 

Infatti, la volpe si limitava a leccare il collo della bottiglia, senza riuscire ad assaggiare neppure un boccone.

Nel frattempo passò da quelle parti un uccello che vide la scena dall’alto e capì che la volpe stava subendo esattamente ciò che lei per prima aveva fatto.

Aveva preso in giro la cicogna lasciandola digiuna ed ora toccava a lei rimanere affamata e derisa. Bisogna, infatti, stare bene attenti a ciò che si fa o si dice perché prima o poi se ne pagano le conseguenze!

La volpe e la cicogna

Versione Originale (tradotta in latino da Fedro)

Vulpis et ciconia

Nulli nocendum: si quis vero laeserit, multandum simili iure fabella admonet.

Vulpes ad cenam dicitur ciconiam prior invitasse, et illi in patina liquidam posuisse sorbitionem, quam nullo modo gustare esuriens potuerit ciconia.

Quae, vulpem cum revocasset, intrito cibo plenam lagonam posuit; huic rostrum inserens satiatur ipsa et torquet convivam fame.

Quae cum lagonae collum frustra lamberet, peregrinam sic locutam volucrem accepimus:

“Sua quisque exempla debet aequo animo pati”.

Traduzione letterale in italiano

La volpe e la cicogna

Non si deve nuocere a nessuno: ma se nella realtà qualcuno l’avrà fatto, la storiella avverte che dovrà essere punito con la stessa legge. 

Si racconta che la volpe per prima avesse invitato a pranzo la cicogna e le avesse servito in un piatto un brodo liquido che la cicogna affamata in nessun modo avrebbe potuto assaggiare.

Questa, invitando a sua volta la volpe, le pose davanti una bottiglia piena di cibo sminuzzato; inserendovi il becco lei si saziò e tormentò la commensale con la fame. 

E mentre quella leccava invano il collo della bottiglia, sappiamo che così parlò l’uccello migratore: “Ciascuno deve sopportare di buon animo gli esempi che ha dato.”

Morale della favola

Le scortesie fatte verso il prossimo ci ritornano sempre indietro

Saggezza popolare

Chi semina chiodi non cammini scalzo