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Il passero e la lepre

Favola di Fedro de il passero e la lepre

C’era una volta un passero che rideva di una lepre che piangeva. La lepre era stata catturata da un’aquila e il passero le chiese: “Perché sei così lenta? Non sei veloce come dicono?”

Ma mentre parlava, un avvoltoio catturò anche il passero e lo uccise. La lepre, ancora viva, guardò il passero e disse: “Non è bello preoccuparsi solo degli altri e non badare a se stessi.”

Il passero e la lepre - la lepre

Versione Originale

Passer ad leporem consiliator

Sibi non cavere et aliis consilium dare stultum esse paucis ostendamus versibus.

Oppressum ab aquila, fletus edentem graves, leporem obiurgabat passer ‘Ubi pernicitas nota’ inquit ‘illa est? Quid ita cessarunt pedes?’ 

Dum loquitur, ipsum accipiter necopinum rapit questuque vano clamitantem interficit.

Lepus semianimus ‘Mortis en solacium: qui modo securus nostra inridebas mala, simili querella fata deploras tua’.

Traduzione Letterale in italiano

Il passero (che fa da) consigliere alla lepre.

Con questi pochi versi dimostriamo che è stolto non badare a sé e dare consiglio ad altri.

Un passero scherniva una lepre che, ghermita da un’aquila, emetteva gravi lamenti, “Dove è” esclamò “la (tua) nota velocità? Come mai ti si sono bloccate le zampe?”

Mentre parla, un avvoltoio afferra all’improvviso lo stesso (il passero) e, mentre grida invano, lo uccide.

La lepre mezza morta (commenta) “Il sollievo della morte: poco prima, spensierato, ti prendevi gioco dei nostri mali, piangi il tuo destino con un lamento simile”

Morale della favola

Bisogna preoccuparsi di se stessi prima di dare consigli agli altri.