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Il lupo e il cane

C’era una volta un lupo tanto magro ed affamato. Erano molti giorni che non mangiava e non riusciva a trovare nulla nel bosco.

All’improvviso incontrò un cane. Era molto bello e stava in gran forma.

Allora gli domandò “Come fai a stare così bene? Dove riesci a trovare il cibo?”

Il cane e il lupo

Il cane, allora, gli spiegò che il cibo glielo dava il suo padrone. 

Il lupo, molto incuriosito, disse al cane “ma perché il tuo padrone ti regala il cibo?”

E il cane rispose “Perché io proteggo la sua casa e la sua famiglia dai ladri e dalle persone cattive. Se vuoi puoi farlo anche tu”.

Il lupo tutto contento seguì il cane ma all’improvviso notò una cosa “Cane, perché sul tuo collo ci sono tanti graffi?” 

“E’ colpa del guinzaglio che mi ha messo il mio padrone!”

L’entusiasmo del lupo iniziò a diminuire e allora domandò al cane “Tu puoi andare dove vuoi o fare quello che più desideri?” 

“Assolutamente no!”

Il lupo capì che il cane aveva il cibo ma aveva perso la sua libertà e così preferì ritornare nel bosco, digiuno ma contento di vivere libero.

Lupo Fedro

Versione Originale (tradotta in latino da Fedro)

Lupus ad canem

 

Quam dulcis sit libertas, breviter proloquar. 

Cani perpasto macie confectus lupus forte occucurrit. Dein salutati invicem ut restiterunt: “Unde sic, quaeso, nites? Aut quo cibo fecisti tantum corporis? Ego, qui sum longe fortior, pereo fame”.

Canis simpliciter: “Eadem est condicio tibi, praestare domino si par officium potes”.

“Quod?” inquit ille. “Custos ut sis liminis, a furibus tuearis et noctu domum”.

“Ego vero sum paratus: nunc patior nives imbresque in silvis asperam vitam trahens: quanto est facilius mihi sub tecto vivere, et otiosum largo satiari cibo!”

“Veni ergo mecum”. Dum procedunt, aspicit lupus a catena collum detritum cani.

“Unde hoc, amice?” “Nihil est”. “Dic sodes tamen”.

“Quia videor acer, alligant me interdiu, luce ut quiescam et vigilem, nox cum venerit: crepusculo solutus, qua visum est, vagor.

Affertur ultro panis, de mensa sua dat ossa dominus, frusta iactant familia et, quod fastidit quisque, pulmentarium. Sic sine labore venter impletur meus”.

“Age, si quo abire est animus, est licentia?”

“Non plane est” inquit. 

“Fruere, quae laudas, canis; regnare nolo, liber ut non sim mihi”.

Traduzione Letterale in italiano

 

Il lupo e il cane

Racconterò brevemente quanto sia piacevole la libertà.

Un lupo consumato dalla magrezza incontrò casualmente un cane ben pasciuto. Dopo essersi salutati si fermarono: “Come mai, di grazia, sei così ben nutrito? Con quale cibo sei così tanto ingrassato? Io che sono tanto più forte sto morendo di fame”. 

E il cane semplicemente: “Simile sorte ti attende se sei disposto a fare per il padrone le stesse cose che faccio io”. 

“Quali?” chiese quello. “Fare la guardia alla porta e di notte difendere la casa dai ladri”. 

“Certo che sono disposto: ora soffro per la neve e la pioggia conducendo una dura vita tra i boschi: quanto è per me più facile vivere sotto un tetto e saziarmi di abbondante cibo senza far nulla!”

“Allora vieni con me”. Camminando il lupo vede il collo del cane logorato dalla catena. 

“Cos’è questo, amico?” “Non è nulla”. “Ma dimmelo, ti prego” 

“Poiché sembro aggressivo, durante il giorno mi legano perché mi riposi e sia vigile durante la notte: sull’imbrunire, una volta slegato, vado dove voglio. 

Inoltre mi danno il pane, il padrone mi da le ossa dalla sua mensa, la servitù mi lancia bocconi e quel che avanza del companatico. Così senza fatica riempio la mia pancia”. 

“Dimmi un po’, se si desidera andarsene, è possibile (farlo)?” 

“Assolutamente no” rispose 

“Goditi le cose che lodi, cane. Non voglio essere re se non sono libero”.