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Il cane e il pezzo di carne

C’era una volta un cane che stava attraversando un fiume portando con sé uno squisito pezzo di carne. 

Ad un certo punto, osservando la superficie dell’acqua, vide proprio di fronte a lui un cane con della carne in bocca. Invidioso di quella prelibatezza, cercò di strapparla al “nemico”. 

Cane Fedro

Cercando di rubare la carne dell’altro cane, però, aprì la bocca e perse il cibo che già aveva. 

Solo in quel momento si rese conto che quello sull’acqua era il proprio riflesso. Non c’era un altro cane e non c’era altra carne. La sua ingordigia lo aveva ingannato!  E, non riuscendo più a recuperare il suo pezzo di carne, rimase deluso e digiuno. 

Cane Fedro

Versione Originale

Canis per fluvium carnem ferens

Amittit merito proprium qui alienum adpetit. 

Canis, per flumen carnem dum ferret, natans lympharum in speculo vidit simulacrum suum, aliamque praedam ab altero ferri putans eripere voluit; 

verum decepta aviditas et quem tenebat ore dimisit cibum, nec quem petebat potuit adeo adtingere.

Traduzione Letterale in italiano

Il cane che porta la carne attraverso il fiume

Perde giustamente i propri beni chi desidera i beni altrui. 

Un cane stava trasportando della carne attraverso il fiume, nuotando vide nello specchio delle acque la propria immagine e credendo (fosse) la preda di un altro (cane) volle strappargliela (di bocca);

in realtà, l’avidità illusa (del cane) fece cadere dalla bocca il cibo che teneva e non potè neppure ottenere quello che desiderava.

Morale della favola

Questa favola illustra in modo splendido e chiaro il noto proverbio “chi troppo vuole nulla stringe”.

Saggezza popolare

“A chini olli troppu a sa fini ‘nci perdiri latti e caddaxiu” – Chi vuole troppo alla fine perde il latte e il pentolone

(Proverbio sardo)